Lorenzo Franciosini, Gramatica spagnola e italiana







Maniera di leggere e pronunziare in Castigliano e in Toscano ciascuna lettera dell'a, b, c



 CastiglianiToscani
aaa
bbebi
czeci
ddedi
eee
fèfe(2)èffe
gscègi
haccieacca
iii
lèleelle
mèmeemme
nèneenne
ooo
ppepi
qququ
rèreerre
sèseèsse
tteti
uuu
xèchisiccase
zzezeta

 

Lettere Castigliane che son differenti in lettura e pronunzia dalle Toscane. Come da' Castigliani si pronunzino(3) le sillabe ce, ci. Le sillabe ce, ci, si pronunziano com'in Toscano ze, zi ma con pronuncia Lombarda. Le sillabe ca, co, cu sono l'istesse in lettura e pronunzia che in Toscano. La c caudàta si chiama in Spagnolo zediglia e non si usa senon con alcuna delle tre vocali a, o, u. Le sillabe ça, ço, çu, si pronunziano com'in Toscano za, zo, zu, ma con dolcezza. La zediglia con le vocali e, i, così: çe, çi è usata senza fondamento e scioccamente.

|12| Fra tutte queste lettere quelle che sole o accompagnate più s'allontanano dalla lettura e pronunzia Toscana son le seguenti.

Primieramente la lettera c ognivolta che in Castigliano(302) sarà con alcuna di queste dua(4) vocali e, i, così: ce, ci sempre si leggerà e pronunzierà com'in Toscano ze, zi ma nel modo che la pronunzierebbe un lombardo, cioè con un certo suon dolce.(401)

Quando poi la lettera c sarà con alcuna di queste tre vocali a, o, u, così: ca, co, cu si leggerà e pronunzierà formalmente com'in Toscano, cioè ca, co, cu.

Si trova spesse volte questa lettera c caudàta, cioè con una virgoletta di sotto, così: ç (che da' Spagnoli(5) è chiamata zediglia) e serve com'in Italiano la lettera zeta e in buona ortografia e maniera di scrivere non si deve ne può mettere senon con alcuna di queste tre vocali a, o, u, così: ça, ço, çu che suona com'in Toscano za, zo, zu pronunziato con la dolcezza che ce, ci.

E se talvolta si trovasse la zediglia con alcuna di queste due vocali e, i, così: çe, çi, osservisi tal'uso per fuggirlo, ma non già per imitarlo,(501) perciocchè(502) l'istesso suona con la c semplice così: ce, ci che con la zediglia çe, çi, verificandosi ancora in questa bagattella quell'assiòma o massima d'Aristotele che in darno si multiplicano gl'enti o le cose, senza necessità.

 

La zediglia si puo mettere al principio e al mezzo e mai al fine della parola.

|13| La zediglia si può mettere al principio e al mezzo della parola e mai al fine.

 

Fra la zediglia e la zeta ordinaria ci è nella pronunzia e nell'uso poca o niuna differenza.

E perche hò diligentemente osservato che tra la zediglia e la zeta ordinaria ci è nella pronunzia e nell'uso poca o niuna differenza, per questo non hò volùto (com'alcuni) tuffarmi nel golfo de' precetti, non essendo così facile ad ogn'uno maneggiare il timòne della capacità onde spesso avviene che molti s'annègano nella profondità delle distinzioni e trasportati dall'onde delle troppe delicatezze mai arrivano alla proda della vera intelligenza.(6)

 

La s innanzi alle sillabe ce, ci è superflua.

Usano alcuni Spagnoli (al parer mio) troppo curiosi a queste sillabe ce, ci aggiugner(7) la s, così: merescèr, padescèr, conoscèr, ofrescèr la quale aggiunta è totalmente superflua, scrivendosi meglio tal vocaboli senza s, così: merecer, padecer, conocer o ofrecèr.(701)

 

Le zeta con e o con i, così: ze, zi è l'istesso che ce, ci.

Trovando la zeta con alcuna di queste due vocali e, i, così: ze, zi si pronunzierà formalmente come se fusse con la lettera c e dicesse ce, ci.

Stando la zeta con alcuna di queste tre vocali a, o, u, così: za, zo, zu non sarà in lettùra nè in pronunzia differente da ça, ço, çu.

 

Za, zo, zu è l'istesso che ça, ço, çu. La zeta si può mettere al principio, mezzo e fine della parola. Ge, gi si pronunzia com'in Fiorentino scè, sci.

La zeta si può usare nel principio, mezzo e nel fine della parola.

La lettera g si pronunzia da Castigliani come da fiorentini sce, si che trovandola |14| con alcuna di queste due vocali e, i così: ge, gi sarà com'in Toscano sce, sci, pronunziato con gorgia Fiorentina.

 

Le sillabe ga, go, gu si leggono e pronunziano com'in Toscano. Gua, guo com'in Toscano. Gla, gle, gli, glo, glu come si pronunziano in Castigliano.

Le sillabe ga, go, gu si leggono e pronunziano com'in Toscano.

Le sillabe gua, guo non son differenti dalla pronunzia Italiana.

Le sillabe gla, gle, gli, glo, glu si pronunziano nè più nè manco, come si fà di queste voci in Toscano glauco, glebe, glicerio e non mai gli, articolo ma come geroglifici, negligenza, gloria, e la voce latina Conglùtino.

 

Gra, gre, gri, gro, gru sono simili alla pronunzia Toscana.

Le sillabe gra, gre, gri, gro, gru non si distinguono dalla lettura e pronunzia Toscana.

 

Come si deva pronunziare la sillaba gue con le sue eccezioni.

La sillaba gue si pronunzierà e leggerà com'in Toscano guè ma se n'eccettuano queste voci: aguèro, aguèlo, verguença, cigueña, antiguedad, unguento, Siguença, Yanguèses, guevo, halagueño, pedigueño, piguèla,(702) regueldo, deguèllo e altre simili che hora non mi sovvengono.

 

Avvertimento curioso.

E se qualche verbo finirà nell'infinitivo in guar come menguar, aguar, averiguar nella prima persona del preterito dell'indicativo nel numero singulare si leggerà com'in Italiano, ma con accento grave sopra l'ultima lettera, così: menguè, aguè, averiguè; e nella seconda persona dell'imperativo nel numero singulare; e nel subiuntivo si leggerà e si pronunzierà |15| con accento sopra la penultima lettera, così: mèngue, àgue, averìgue.

 

La sillaba gui sempre si pronunzia com'in Toscano ghi ma se n'eccettua argùyo.

La sillaba gui sempre si leggerà e pronunzierà com'in Toscano ghi, cavandone però il verbo argùyo e arguìr che si pronunzia com'in Italiano.

 

Come si deva pronunziare la lettera g con la n.

Se doppo la lettera g seguiterà immediatamente la n, così: magnifico, insigne, dignidad sempre si leggerà e si pronunzierà separatamente il g dalla n, così: mag-nifico, insig-ne, dig-nidad;(703) poiche se s'havess'à pronunziare com'in Toscano si scriverebbe in Spagnolo così: mañifico, insiñe, diñidad.

 

Avvertimento notabile ma per chi sà di Latino.

Quando la lettera g sarà nell'infinitivo(801) di qualche verbo con la e o con la i così: cogèr, elegìr, regìr nel modo optativo e subiuntivo si porrà in luogo della g la j, sciòta (che appresso diremo), così: coja e non coga, elija e non eliga, rija e non riga.

 

Xe, xi in vece di ge, gi è mala lettura.

Sogliono alcuni in vece di ge, gi scrivere xe, xi come Xeronimo, Xinèvra, ma colui farà meglio che scriverà con g: Geronimo, Ginèvra, ecc.(802)

 

 

Raccolto e osservazione d'alcune lettere e dizioni che usano i Castigliani oltre all'alfabeto di sopra notato(803)

 

La j, sciòta, si usa dalli Spagnoli con tutte le vocali, ma è meglio con queste tre a, o, u.

È in uso appresso gli Spagnoli una lettera che da essi è chiamata j, sciòta, e se ne servono con tutte le vocali, così: ja, je, ji, jo, ju |16| e suona tanto com'à noi scià, scè, scì, sciò, sciù pronunziato con gorgia Fiorentina.(804)

 

Ge, gi meglio si scriverà che je, ji.

Ma volendo usare propriamente la forza della j, sciòta, meglio è metterla solamente con alcuna di queste tre vocali a, o, u, così: ja, jo, ju perciocchè con le due vocali e, i, si confà più la lettera g, di maniera che più elegante sarà scriver page, mensagero, imaginacion che paje, mensajèro, imajinacion;(8) se bene da alcuni non si guarda talvolta a tante sottigliezze.

 

Mai la j, sciòta, si pone al fine della parola, ma al principio e al mezzo di essa.

L'j, sciòta, si può porre nel principio e al mezzo della parola e mai nel fine alquale(9) più convenevolmente serve la x.

 

La x con le vocali si pronunzia come la sciòta. Se sia meglio usar la x o la sciòta con le vocali.

La x con alcuna delle vocali così: xa, xe, xi, xo, xu, si pronunzierà e leggerà com'à noi scià, scè, scì, sciò, sciù, di sorte che nella pronunzia sarà l'istesso che se fusse la sciòta, ma quando in alcune dizioni si deva usar più la x che la j, sciòta, bisogna osservare le pedate dell'uso.

 

La x si può(10) mettere al principio, mezzo, e fine della parola. La x congiunta con le consonanti come si deva pronunziare.

La x si può usare al principio, nel mezzo e al fine della parola.

Seguitando doppo la x alcuna consonante così: exprimìr, experientia, sexto e simili si leggerà e si pronunzierà formalmente com'in Latino o com'in Italiano.

Si trova talvolta la x con la e e con la i, così: tixèras, xiròn, ma (come di sopra hò detto) meglio e più galante(11) è scriver così: tigèras, giròn.

 

La y si legge e pronunzia con una i ordinaria. L'uso insegna se s'habbia a usar più la ypsillon che la i comune e ordinaria.

|17| Usano similmente gli Spagnoli una i greca che è questa y, la quale trovandola sola o accompagnata sempre si leggerà e pronunzierà com'una i ordinaria e si usa al principio, mezzo e fine della parola, ma quando s'habbia alcuno a servir più di questa che di quest'altra, legga e osservi.

 

Le dua ll con le vocali in luogo di gli s'usano dalli Spagnoli.

Le dua ll con alcuna delle vocali così lla, lle, lli, llo, llu suonano l'istesso che in Toscano glia, glie, gli, glio, gliu.

 

La ñ sempre si pone con le vocali, e serve per gna, gne, gni, gno, gnu.

La lettera n in questa forma ñ sempre si trova con le vocali e si legge e pronunzia come in Toscano gna, gne, gni, gno, gnu.

 

Le dua lettere ch con le vocali come si pronunzino in Castigliano. charidad, charitativo si leggono formalmente com'in Italiano.

Le dua lettere ch con alcuna delle vocali, così: cha, che, chi, cho, chu hanno l'istessa lettura e pronunzia che in Toscano cia, cie, ci, cio, ciu, ma se ne cava da questa regola charidad, charitativo e simili che si leggono come in Italiano.(12)

 

La sillaba que sempre si pronunzia che. Cincuenta si deve scrivere e non cinquenta.

La sillaba que sempre si pronunzierà come in Toscano che e se bene alcuni scrivono il vocabolo cinquenta con la qu, con tutto ciò è più proprio e accetto scriverlo così: cincuenta con la c.

 

La sillaba qui com'in Toscano chi.

La sillaba qui sempre si leggerà e pronunzierà come in Toscano chi.

 

Qua, quo, qu formalmente si pronunziano com'in Italiano.

Le sillabe qua, quo, qu non son differenti dall'Italiane.

 

La sillaba ti sempre si proninzia ti e mai zi.

La sillaba ti eccettuata.

La sillaba ti sempre si pronunzierà ti e mai zi, se di già non havess'innanzi la c, così: lection, protection, action, che in tal caso si leggerà e |18| pronunzierà zi com'in Latino, ma ciò non è usato se non da chi vuol parere di saper di grammatica, poiche comunemente si scrive lecion, protecion, acion, overo in luogo della sillaba ti multiplicano(1201) la c, così: leccion, proteccion, accion.

 

La u in Spagnolo è vocale e consonante. Quando la u sia vocale e quando consonante.

La lettera v serve alle volte in spagnolo in vece di vocale e altre di consonante. Di vocale serve quando si prepone a qualche consonante così: ubre, ultimo, umbral, universal. Di consonante quando si antepone a qualche vocale, come vaca, vado, valiente, ecc.

 

Le consonanti in Spagnolo non si raddoppiano fuora che la c, f, r, s.

Poche volte in Spagnolo si raddoppiano le consonanti fuor che la c, f, r, s come occupado, officio, guerra, dessear.(1202)

 

Il Latino si pronunzia dalli Spagnoli come il lor vulgar Castigliano. Le parole che in Latino finiscono in m con la pronunzia Spagnola finiscono in n.

Avvertiscasi che nel legger Latino s'osservan quasi tutte le sopraddette(13) regole che nel leggere e pronunziare il vulgare Spagnolo e sopratutto avvertiscasi che tutte le parole che in Latino finiscono in m dalli Spagnoli si pronunziano con n, come dominus vobiscun e non vobiscum a bocca chiusa. Per Christun Dominun nostrun, Dignun e iustun est e la parola, iustun la profferiscono con la i sciòta, cioè con gorgia fiorentina e non come fà il Latino e il Toscano, come anche quando pronunziano Irrael, in luogo d'Israel, ma somigliante pronunzia mi pare che habbia un non sò che (con perdono di chi legge) di barbarismo.(14)

Tutto quello che fino a quì hò detto appartiene alla pronunzia Spagnola e all'intelligenza |19| dell'uso d'alcune sillabe e dizioni che si pronunziano e leggono in Toscano in differente maniera che si scrivono in Castigliano. Questo che hora segue tocca alla dichiarazione e essenza di tutto quello che in Spagnolo si favella.(15)